Traduzione italiana a cura di Revevol dell'articolo La réorganisation de Microsoft : ils n’ont, hélas, rien compris... di Louis Naugès
L’11 luglio 2013 Steve Ballmer, CEO di Microsoft, ha annunciato una profonda riorganizzazione. Questi cambiamenti, in una realtà che è ancora uno dei pesi massimi dell’informatica, possono produrre conseguenze importanti sia per le aziende che per i singoli. E’ normale che ci si ponga delle domande a questo proposito, come ha fatto recentemente Frédéric Charles sul sito ZDnet.fr
Per avere informazioni più obiettive possibili su questo argomento, vi consiglio di leggere il comunicato ufficiale di Microsoft che riprende una mail inviata da Steve Ballmer ai suoi 90.000 dipendenti.
One Microsoft
E’ intorno a questo tema, One Microsoft, che è stata creata questa riorganizzazione. Ballmer l’ha detto chiaramente: “One Microsoft, with one strategy and one set of goals” (Un’unica Microsoft, con un’unica strategia e un unico insieme di obiettivi).
Le cinque “Business units” attuali saranno sostituite da quattro gruppi di ingegneria e funzioni trasversali centralizzate.
Questo permetterà a Microsoft di non mettere sotto il naso dei suoi azionisti le impressionanti perdite della sua divisione “online” (motore di ricerca Bing e posta Outlook.com) degli ultimi otto anni.
L’errore più grande commesso da Microsoft è che questo andamento è centrato sul fornitore, Microsoft stessa, e non sui clienti e le loro aspettative.
Come dice molto bene BusinessWeek nella sua analisi: “quest’ultima riorganizzazione funzionerà solamente se il team di Ballmer potrà vendere ai consumatori l’idea di vivere in un “mondo tutto Microsoft”.
Il problema: i clienti, le imprese e il grande pubblico hanno chiaramente dimostrato dai loro acquisti che non hanno più alcuna voglia di vivere in un mondo dove esiste un unico fornitore, qualunque esso sia.
Non avrei osato dare un titolo così forte a questo grafico che mostra a che punto le quote di mercato di Microsoft si siano sbriciolate.
In soli quattro anni, la quota di mercato delle vendite di Microsoft sui dispositivi connessi è passata dal 90% a meno del 25%.
Non è tutto negativo in questa riorganizzazione; tra i lati positivi cito volentieri la convergenza tra le soluzioni per il grande pubblico e quelle professionali Skype di Lync.
Varietà e concorrenza interna, chiave del successo
L’unicità delle soluzioni, l’unicità di fornitori, l’integrazione verticale, questa visione dell’informatica, molto anni ‘90, non ha più alcuna possibilità di riuscire nell’epoca attuale, quella della R2I, la Rivoluzione Industriale Informatica.
Oggi i clienti, tutti i clienti, esigono e ottengono delle soluzioni diverse, da parte di fornitori differenti, inter-operabili che permettono di adattare le postazioni di lavoro, le reti e le applicazioni alle loro aspettative e bisogni, in un mondo dove la libertà di scelta diventa un’esigenza universale.
Microsoft ha capito quello che richiede il mercato? Certo che si!
Microsoft accetta quello che richiede il mercato? Ahimè, no!
Siamo in molti a pensare, come illustrato in questo articolo, che i fornitori storici non siano pronti a rimettersi in gioco quando i cambiamenti fondamentali avvengono nei mercati dove erano ancora inavvicinabili.
Un esempio emblematico, Internet Explorer
Cito ancora una volta Ballmer:
“... il successo delle soluzioni core-business come Windows, Windows Phone, Xbox, Surface, Office 365 e la nostre altre offerte Bing, Skype, Dynamics, Azure e i nostri server”.
In questa lista non c’è una parola sul dispositivo più essenziale dell’informatica moderna, il browser! Come se il mondo si fosse fermato al 2000, quando i Sistemi Operativi, di cui certamente Windows, erano la pietra angolare di tutta l’informatica. Come se internet, il Web, il Cloud non fossero che un fenomeno secondario!
Con IE10 e presto IE11, Microsoft comincerà pertanto ad avere un browser competitivo di fronte ai due leader attuali, Chrome e Firefox.

In questo grafico, la perdita della quota di mercato di IE è chiaramente messa in evidenza: più del 90% nel 2005, prima dell’arrivo di Firefox, al 20% nel luglio 2013. In questo lasso di tempo, Chrome, che non esisteva all’inizio del 2008, ha guadagnato circa il doppio, con il 38%.
Per rendere vani tutti i progressi realizzati da Microsoft sul rispetto degli standard e le performance di Internet Explorer basta la decisione ridicola e drastica del management di non proporre IE su altre piattaforme a parte quella dello stesso editore. Ancora una catastrofe resa inevitabile da questa strategia “One Microsoft”!
Firefox e Chrome sono disponibili su iOS, Android, Windows e Mac OS... Non mi convinceranno mai che i team di sviluppo di Microsoft non siano capaci di assicurare la portabilità di Internet Explorer.
Sarò ancora una volta accusato di essere anti-Microsoft anche se non ho mai augurato la morte di nessun fornitore informatico essendo un gran difensore della concorrenza e della pluralità delle offerte.
D’altro canto, questa negazione della realtà e dell’evoluzione della domanda, questa volontà di Microsoft di chiudersi in se stessa sui suoi prodotti e le sue soluzioni è una bellissima notizia per i suoi numerosi e potenti concorrenti che si chiamano Amazon, Apple, Google, Samsung...
L’ultimo dei Mohicani, l’ultimo a credere ancora ai meriti dell’unicità e delle soluzioni integrate, Microsoft dovrà rapidamente:
- Cambiare CEO, cercando un successore di Steve Ballmer all’esterno di Microsoft, poiché i team interni, al momento, sono troppo influenzati da questa strategia del “One Microsoft”.
- Rimettere i clienti, i professionisti e il grande pubblico al centro della propria strategia, accettando sul serio la loro richiesta di varietà.
- Rilanciare una struttura che privilegi delle soluzioni Microsoft aperte ai mondi non Microsoft.
- Promuovere una competizione interna forte tra le famiglie dei prodotti concorrenti.
Avrò allora la possibilità di scrivere un articolo di elogio sulla nuova riorganizzazione di Microsoft...
(Traduzione italiana a cura di Revevol dell'articolo La réorganisation de Microsoft : ils n’ont, hélas, rien compris... di Louis Naugès)
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